Avviso ai naviganti: siccome sto chiudendo l'altro account, finirò per boostare e magari scrivere un po' in inglese su questo account.
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@GustavinoBevilacqua @floreana
io ne ho fatti due specificamente per non dare fastidio a chi non parla italiano con un diluvio di post in italiano e a chi in italia non vuole vedere inglese scorrendo la pagina...
L'esperimento è un po' fallito, nel senso che quasi non uso più l'altro account. -
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@juc@livellosegreto.it ammettilo: questo è un post trabocchetto per stanare e bloccare chi si lamenta @LaVi@livellosegreto.it
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@juc@livellosegreto.it @LaVi@livellosegreto.it aaahspettate, forse ho capito da dove deriva la preoccupazione: dalle critiche agli anglicismi che spuntano ogni tanto? Ma quello è totally different!
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@SparkIT no, no, quelli sono - secondo me - sintomo di ignoranza e povertà lessicale. Compatisco i poveretti che, non sapendo trovare termini efficaci nella propria lingua madre, ricorrono a prestiti esteri nel tentativo di rendere comprensibile il proprio pensiero.
Sono diventata intollerante verso l'inglese in quanto lingua imperialista, imposta in modo più o meno violento alle popolazioni sottomesse militarmente o economicamente. Una sorta di latino del XXI ecolo.
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Francamente è comprensibile come intolleranza.
Purtroppo la conversazione generale mondiale avviene in inglese.
Inoltre è interessante il punto di vista di chi sceglie l'inglese come ribellione contro certi fondamentalismi nazionalisti che impongono la lingua locale.
Come se le vittime del colonialismo fossero andate tutto dall'altra parte diventando ultranazionalisti e chi parla inglese si ribella. -
@juc @OpenSoul @SparkIT ovviamente parlo solo a titolo personale, per quello che è il mio modo di essere e di sentire: tra italiani, apprezzo si parli in italiano, evitando per quanto possibile prestiti da altre lingue che, spesso, nelle intenzioni di chi li usa vorrebbero essere sfoggio di erudizione e che invece a me fanno pensare a pochezza e incapacità espressiva. E questo vale per *qualsiasi* altra lingua, unica eccezione in caso di imprecazioni (io stessa uso *ad mentula canis*...)
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@juc @OpenSoul @SparkIT
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Leggo e interagisco con tooth in inglese se postati da persone anglofone, perché non pretendo certo che uno statunitense o un britannico imparino l'italiano, e riconosco l'utilità della lingua inglese come sorta di "lingua franca" che consente scambi di opinioni tra persone di culture e lingue diverse (non parlo l'arabo, ad esempio, e non posso certo pretendere che un* arab* si esprima in italiano). Tuttavia non amo la cultura imperialista su cui poggiano le
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@juc @OpenSoul @SparkIT [3/3] fondamenta di questa ampissima diffusione della lingua inglese e, proprio perché preferirei venisse utilizzata una lingua "libera", svincolata da pressioni politiche, militari ed economiche, ho intrapreso lo studio dell'interlingua. Che, certo, non è esente da limiti, ma è più adatta al mio modo di sentire e di interpretare il dialogo tra persone di madrelingue differenti.
P.S. Perché chi sceglie di ribellarsi al nazionalismo non parla spagnolo o greco?
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...perchè con estremo pragmatismo sceglie una lingua percepita come moderna ed estremamente diffusa...credo...
E anche per me è proprio una questione di pragmatismo: il modo in cui siamo arrivati ad avere l'inglese come lingua franca fa abbastanza schifo, ma l'inglese in sè è solo uno strumento.
Di più, la stessa cosa vale per l'italiano. Non approvo per niente il modo in cui l'italiano è stato forzatamente sovraimposto ai dialetti
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...e ho qualche dubbio anche sul come l'Italia è stata fatta.
Nonostante questo parlo italiano, altrimenti non ci si capisce.Mi irrita di più l'atteggiamento di certi di madrelingua inglese che assumono di avere il diritto di essere compresi ovunque e non considerano le altre lingue allo stesso livello della loro.
Nella mia idea il mondo è come una coperta fatta con le pezze colorate: un mondo di uguaglianza, dove tutti sono alla pari.
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Un bel thread linguistico, vorrei potermi unire alla discussione, se non disturba. Da non esperantista sono rimasto colpito dalla frase "ho intrapreso lo studio dell'interlingua". In passato la mia vita professionale ha incrociato l'esperanto (anche se non sono un esperantista, come dicevo). Cosa guida una persona nello scegliere una lingua ausiliaria rispetto a un'altra? Perché l'interlingua e non l'ido o l'esperanto, appunto?
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@LaVi @SparkIT @juc va riconosciuto che l'inglese ha una curva di apprendimento meno ripida di altre lingue potenzialmente imperiali (cinese, russo, arabo, francese...). Non serve conoscere molto inglese per veicolare un messaggio, il risultato sarà rozzo ed elementare, ma il messaggio passa ("we strike", "eat the rich", "all cops are bastards").
Oltre al peso geopolitico, anche questa facilità di approccio aiuta l'inglese ad essere la lingua franca del mondo di oggi. -
@61ennepi per quanto mi riguarda, per pura e semplice pigrizia. Ogni anno scelgo di imparare o approfondire qualcosa, e un paio di anni fa mi ero imbattuta, proprio a inizio anno, in un tooth che parlava di interlingua; incuriosita, avevo cliccato sul link e mi ero accorta che ne comprendevo gli scritti senza averlo mai studiato, così decisi che sarebbe stato quello il mio "studio dell'anno". Cercavo qualcosa di facile e immediato e interlingua lo è più dell'esperanto.
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L'esperanto lo rispetto come tutte le imprese dello spirito umano, e le intenzioni di Zamenhoff erano e sono ancora commendevoli: favorire la pace relativizzando i nazionalismi.
Non sono invece convinto dell'universale facilità dell'esperanto, che ha poche regole grammaticali e morfologiche, ma le ha. In esperanto vi sono desinenze, numeri e generi grammaticali. In cinese ad esempio si parla all'infinito e al singolare. Per loro l'esperanto non deve essere facile