Muratori egiziani parlano tra loro, sul treno che mi riporta verso casa, e in mezzo a suoni gutturali che evocano sole e dune desertiche sbucano "cantiere", "imbianchino", "martello" e anche una chiarissima imprecazione...
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Muratori egiziani parlano tra loro, sul treno che mi riporta verso casa, e in mezzo a suoni gutturali che evocano sole e dune desertiche sbucano "cantiere", "imbianchino", "martello" e anche una chiarissima imprecazione... E mi scopro a fantasticare su possibili neologismi e miscugli linguistici. Chissà che evoluzione avrà la nostra lingua, nei prossimi cinquanta o cento anni?
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G gustavinobevilacqua@mastodon.cisti.org shared this topic on
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Ti rimando allo studio filologico comparato di Luigi Rinaldi "Le parole italiane derivate dall'arabo".
È del 1906, quindi in tempi tutt'altro che sospetti (5 anni prima della guerra italo-turca, quando gli arabi erano ancora gente "pittoresca").
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@GustavinoBevilacqua
Il bello è che ci sono parole che hanno fatto la strada contraria, dall'Italiano all'arabo!
@LaVi -
@GustavinoBevilacqua ma che meraviglia! Grazie, me lo appunto immediatamente!