Oggi sono andato avanti un bel po' nella lettura dell'Ulisse di Joyce, nell'edizione Feltrinelli del 2021 curata e tradotta da Alessandro Ceni, che ho comprato qualche mese fa: che piacerone.
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Un libro di Joyce sul quale vi metto in guardia è Finnegans Wake.
Poi non dite che non vi avevo avvisato.
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@GustavinoBevilacqua @matz
Lo iniziai, ma lo abbandonai dopo poche pagine, non ci capivo niente. Poi mi sa di libro pochissimo traducibile, e che per avere qualche speranza di capirci qualcosa leggendolo in inglese lo si debba conoscere benissimissi(missi(missi?))mo. -
Per chi ci volesse provare:
https://archive.org/details/in.ernet.dli.2015.207614/page/n9/mode/2up -
@GustavinoBevilacqua @jones_ vaccacan, ma non ora, dai :-) -
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@jones_ è quella 'unica ufficiale'. Bene, allora provo con questa nuova. -
@jones_ uhm. Di bello è che ha le note.
Ma che fatica comunque :-) -
@matz boh forse c'è da fare l'abitudine al modo di scrivere, a me sembra che 'sta volta ce la sto facendo e mi sta piacendo molto leggerlo, ma devo essere nella giusta disposizione, infatti l'ho ripreso oggi dopo un paio di settimane. Forse è anche che il flusso di coscienza può risultare invadente, ti costringe un po' a essere il personaggio, non puoi tenere le distanze, devi immedesimarti molto, altrimenti è molto più difficile capire. Le note non le sto leggendo quasi mai, mai quando usa il flusso di coscienza, perché se lo faccio perdo l'immedesimazione e il filo.
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@jones_
Qui c'è un interessante incontro fra Enrico Terrinoni (traduttore dell'Ulysses), Fabio Pedone (con lui traduttore del Finnegans Wake) e Alessandro Bergonzoni:
https://www.youtube.com/watch?v=ZljoSz62-I0 -
@GustavinoBevilacqua @matz @jones_ ROTFL la migliore descrizione del Finnegan's Wake che abbia mai letto
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@matz @jones_
Traduzione a parte, mi pare che ci siano libri scritti per essere piacevoli da leggere e libri scritti non per essere piacevoli ma per provare un punto o spiegare qualcosa - parlo sempre di narrativa non di saggistica o simili - oppure apposta per essere spiacevoli perché il punto è proprio la spiacevolezza.
Poi ci sono i libri che appartengono molto alla loro epoca e che se sei fuori da quell'epoca fai fatica e magari finisce che non capisci niente - ma all'epoca erano piacevoli.
E poi naturalmente ci sono i gusti personali.
Mi pare che il punto sta nell'accordarsi con il libro prima di mettersi a leggerlo, è una questione di sintonia. Se la persona e il libro sono sulla stessa linea d'onda allora va bene, si legge. Altrimenti è lo stesso, non è importante arrivare in fondo se poi ti resta solo un elenco del telefono di parole. Leggere qualcosa solo per dire "ho letto una cosa difficile" non mi è mai sembrato molto furbo.
Parlando di questo, uno dei pochi libri con cui non mi è mai riuscito di capirmi è I Sette Pilastri della Saggezza. Sta lì, mi guarda dalla libreria. E io lo so che sotto sotto sogghigna.
Dostoevskij invece ho dovuto lasciar perdere con Delitto e Castigo perché ci stavamo facendo del male a vicenda, il libro e io. -