Sono capitato per caso nel 1971.
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Sono capitato per caso nel 1971. Ieri sera ho messo su «In Search of Space» degli Hawkwind. Oggi, dopo aver ascoltato l'ultimo dei Faust uscito l'anno scorso (bello), mi sono andato a riascoltare il primo omonimo. Di solito quando mi accorgo di aver imboccato casualmente un anno musicale lo seguo senza farmi pregare, quindi ora ho messo su «Master of Reality» dei Black Sabbath
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Segue il IV dei Led Zeppelin
Una cosa che noto subito dopo aver messo i due dischi qui sopra nel lettore multimediale del PC: questi due album insieme durano 77 minuti e 7 secondi. Il disco più lungo dei quattro ascoltati fin qui durante questo breve viaggio nel 1971, «In Search of Space», dura ca. 44 minuti. Belli i tempi in cui dovevi ficcare tutta la musica in due facciate di vinile nero.
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E per stasera finisco con «There's A Riot Goin' On» [sottotitolo dal 2024: «magari!»] di Sly & The Family Stone
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In realtà non è finita lì, il 1971 ha continuato a occupare gli ascolti della serata con il bellissimo «Live-Evil» di Miles «Loud&Evil» Davis:
(questo al contrario degli altri è un disco lungo, uscito come doppio LP)
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Intanto sono tornato al 1971, è il turno di «Killer» di Alice Cooper
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Ora ne raggruppo un po', ché se faccio un toot per ogni disco mi diventa chilometrico 'sto thread.
Dopo Alice Cooper ho ascoltato:
- The Rolling Stones – Sticky Fingers [in vinile]
- John Cale & Terry Riley – Church of Anthrax [primo ascolto]
- Alice Coltrane – Journey in Satchidananda
- Alice Coltrane – Universal Consciousness
- Popol Vuh – In den Gärten PharaosQuelli che mi interessa esplorare o riascoltare a seguire:
- Nick Drake – Bryter Layter
- Herbie Hancock – Mwandishi [primo ascolto]
- Soft Machine – Fourth [primo ascolto]Si accettano aggiunte.
Comunque se continuo con questo passo lo faccio davvero il listone del 1971 alla fine dell'anno (ma pure prima).
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Esplorando scopro cose.
In due brani di «Bryter Layter» di Nick Drake suona John Cale: viola e clavicembalo su Fly; celesta, piano e organo su Northern Sky.
Spettacolo
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Miles Davis – What I Say
[from the album «Live-Evil», 1971]
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The Rolling Stones – Sister Morphine
[from the album «Sticky Fingers», 1971]
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Bob Marley and The Wailers – Sun Is Shining
[from the album «Soul Revolution Part II», 1971]
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In questo thread sul 1971 e ieri in un'altra occasione ho affermato con una certa sicurezza di non essere un amante del soul. È verissimo, è uno dei generi musicali che faccio più fatica a mandar giù (anche se poi ne ingurgito discrete quantità attraverso la sua variante giamaicana, il rocksteady). Stamattina però ho messo su «Curtis/Live» di Curtis Mayfield e quella certezza si è leggermente incrinata
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Un'avvertenza. Attenzione alla versione che ascoltate online o che scaricate. Fino a qualche tempo fa* il disco presente sulle piattaforme di streaming conteneva una versione sbagliata di We the People Who Are Darker Than Blue, proveniente da un altro live degli anni Ottanta: una cosa abbastanza indecente. A me è capitato di scaricare il disco contenente quella versione e mi ha rovinato l'ascolto (ti parte inevitabilmente un «nooooooo, porcodio, cosa cazzo sta succedendo qui? Cos'è sta roba?»).
*non so se è ancora così sui vari spotify, apple music, ecc., non sono in grado di controllare perché non ho account; l'informazione sull'errore l'ho trovata su RYM ed è un messaggio del 2022
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The Beach Boys – Long Promised Road
[from the album «Surf's Up», 1971]
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E ovviamente il 1971 è anche l'ultimo album degli MC5 e in particolare the fuckin' Sister Anne
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La cosa difficile di questo viaggio nel 1971 è districarsi nel mare di dischi #HardRock, #HeavyPsych, proto metal e affini figli o cugini dei recenti successi planetari di Led Zeppelin, Black Sabbath e Deep Purple, e del povero ma molto influente esordio dei Blue Cheer.
Oltre quelli già citati nel thread, vanno segnalati almeno: «Fireball» dei Deep Purple, anche se soffre schiacciato tra due capolavori; «Aqualung» dei Jethro Tull, siamo in territori più progressive ma la vena hard si sente; «Split», l'altro album bello dei Groundhogs; il mitico «Satori» dei giapponesi Flower Travellin' Band; «Growers of Mushroom» dei Leaf Hound, sfigatissimo nel 1971 ma diventato poi il Sacro Graal della scena stoner. E fin qui sono le mie acque, le conosco, poi l'ignoto: https://cloud.disroot.org/s/bJm2iAZR4Mkdcmi
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La cosa bella – di nuovo – è che sono tutti album molto brevi. Mentre sfogliavo classifiche e prendevo gli appunti ho riascoltato «Satori», «Never Never Land» (dove ho intrasentito plagi di Pink Floyd e King Crimson, ci tornerò), ho ascoltato «In Hearing Of» degli Atomic Rooster, che non m'è piaciuto, e ora sto ascoltando «Suicide» degli Stray, che mi sta piacendo come m'era piaciuto l'esordio
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Due perle:
Dust – From a Dry Camel
[from the album «Dust», 1971]Nei Dust suonava la batteria Marc Bell, passato alla storia qualche anno più tardi come Marky Ramone. Yesss, Marky.
Stray – Jericho
[from the album «Suicide», 1971] -
Tornando a «Never Never Land» dei Pink Fairies.
Plagio dei Pink Floyd un cazzo, c'è una catena di influenze che segue questo filo qui:
Inserire pezzo folk pastorale dei Pink Floyd pre-1971 (io posso dire Pillow of Winds perché l'ho ascoltato ieri, ma tu fan dei Pink Floyd ne troverai sicuramente uno più adatto) --> Heavenly Man dei Pink Fairies <https://youtu.be/Cuc5-BqcZ-o> --> Us and Them dei Pink Floyd <https://youtu.be/HoLhKJuGhK0>
Plagio dei King Crimson? Anche qui direi di no, parliamo di somiglianze piuttosto, tra Track One, Side Two (s'intitola così, non l'ho deciso io) dei Fairies <https://youtu.be/eLhbSZVYid4> e I Talk to the Wind dei Crimson <https://youtu.be/UlKrH07au6E>
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A questo punto la questione più spinosa da affrontare riguardo a «Never Never Land» è la seguente.
È il 1971, ti compri il disco, qualche mese prima hai divorato il singolo The Snake/Do It. Ci poggi la puntina sopra e parte proprio quella bestia di Do It <https://youtu.be/LxjV2tQXWkk>, una canzone che non si sa bene cosa sia nel 1971, una specie di anticipo dell'hardcore (non a caso coverizzata dalla Rollins Band <https://youtu.be/OSxbmueg0eM>). Godi come un riccio, vuoi spaccare tutto. Finisce Do It e parte 'sto maledetto folk pastorale di Heavenly Man. Delusione enorme (la delusione del 1971), bestemmi in aramaico.
Che cazzo di scelta è mai questa?Tra l'altro The Snake (bella) non è nel disco, ma ciò è normale per l'epoca (Strange Kind of Woman non è in «Fireball» in UK, per dire)