@itanglese A dire il vero non c'è solo l'elemento negativo relativo agli anglicismi che giustamente possono sembrare inopportuni, forzati ed escludenti per chi preferirebbe chiamare in italiano le cose che hanno un nome italiano, Soprattutto quando vengono fatte in Italia. Stavolta c'è anche un elemento positivo: le cerimonie di laurea in Italia hanno sempre avuto un alone classista e aristocratico e la stessa laurea è sempre stato fortemente legata all'aristocrazia; si pensi soltanto al fatto che fino a qualche tempo fa chi era laureato, figlio di un laureato il quale a sua volta è stato figlio di un laureato, poteva chiedere l'ottenimento di un titolo nobiliare. Anche negli Stati Uniti, storicamente antiaristocratico ma culturalmente neoaristocratico, le cerimonie di laurea sono un modo per gratificare l'aristocrazia Borghese i cui rampolli si laureano nelle migliori università, Eppure sono riusciti a trasmettere un gusto Popolare che ha sdoganato la laurea dal suo alone aristocratico e classista. Questo sdoganamento è giunto in Europa attraverso film e serie TV che hanno consentito di apprezzare l'aspetto meritocratico (parola pessima, ma ora vorrei concentrarmi soprattutto sugli aspetti virtuosi che trasmette) e non quello classista che caratterizzava le tipiche cerimonie italiane.Siamo quindi di fronte a una declinazione diversa di quello che è più o meno lo stesso evento. In questo senso, non è soltanto giusto utilizzare il termine inglese, ma è giusto proprio trasmettere l'idea dell'università come obiettivo conseguito grazie all'impegno e non al patrimonio familiare. E, anche se il patrimonio familiare è purtroppo un fattore ancora determinante per il conseguimento della laurea, è importante che anche attraverso i nomi si cerchi di superare questo paradigma@gerardocanfora @italofonia @diciamoloinitaliano.wordpress.com @zughy @versodiverso