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@61ennepi per quanto mi riguarda, per pura e semplice pigrizia. Ogni anno scelgo di imparare o approfondire qualcosa, e un paio di anni fa mi ero imbattuta, proprio a inizio anno, in un tooth che parlava di interlingua; incuriosita, avevo cliccato sul link e mi ero accorta che ne comprendevo gli scritti senza averlo mai studiato, così decisi che sarebbe stato quello il mio "studio dell'anno". Cercavo qualcosa di facile e immediato e interlingua lo è più dell'esperanto.
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L'esperanto lo rispetto come tutte le imprese dello spirito umano, e le intenzioni di Zamenhoff erano e sono ancora commendevoli: favorire la pace relativizzando i nazionalismi.
Non sono invece convinto dell'universale facilità dell'esperanto, che ha poche regole grammaticali e morfologiche, ma le ha. In esperanto vi sono desinenze, numeri e generi grammaticali. In cinese ad esempio si parla all'infinito e al singolare. Per loro l'esperanto non deve essere facile
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@thatgiga @LaVi @juc @OpenSoul @SparkIT
Quello che dici sulla convenienza è vero. Sull'eurocentrismo forse avrei dei dubbi oggi, ma certo era una caratteristica dell'esperanto delle origini. Secondo me l'appunto principale che si può muovere all'esperanto è che *ufficialmente* si riduce la lingua a un fenomeno essenzialmente grammatcale (16 regole, no eccezioni -> lingua facile). Questo non è vero, perché ci sono lingue più facili; e però il fondamento sociolinguistico dell'esperanto è solido
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@thatgiga @61ennepi @LaVi @juc @OpenSoul @SparkIT Fonte (della cavolata micidiale)? Intendo che per gli asiatici l'Esperanto sia più difficile dell'inglese? Lo sapevate che l'uso dell'esperanto come lingua universale era stata fatta all'assemblea delle nazioni (futura ONU) ancora all'inizi del novecento da un giapponese e che non è passata perché si sono opposti degli europei? Evidentemente no...
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