A inizio anni '90 c'erano 30.000 persone detenute nelle carceri italiane.
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A inizio anni '90 c'erano 30.000 persone detenute nelle carceri italiane. Come è stato possibile che siano raddoppiate a fronte di una forte diminuzione della maggior parte dei delitti più gravi? La risposta a mio modesto parere va trovata nel sistema economico che ha bisogno del carcere non solo come sfogo e discarica sociale delle fasce marginali della società, ma nella creazione di una produzione dell'emergenza su cui prospera tutta una burocrazia del controllo sociale. Per buona pace di quanto cantava Giorgio Gaber, oggi repressione è partecipazione. Il modello, come sempre, è quello americano, infatti negli USA di Clinton nascono le carceri private e viene messa a profitto l'incarcerazione di una quota della popolazione, soprattutto razzializzata, che fa impallidire i regimi totalitari del '900. Ora, tornando all'Italia, la destra di governo deve gestire il sovraffollamento nelle galere, ma allo stesso tempo ha introdotto altre figure di reato sempre più improbabili, alla faccia delle vecchie critiche di Nordio al "pan-penalismo", termine immaginifico che descrive alla perfezione proprio quanto sta facendo lui nel governo Meloni.
https://www.ilpost.it/2025/07/24/carcere-piano-governo-sovraffollamento/?homepagePosition=0
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G gustavinobevilacqua@mastodon.cisti.org shared this topic on
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@waite "Non è ancora chiaro quanti posti saranno ricavati in carceri di nuova costruzione o nell’ampliamento di quelle già esistenti, perché sia Nordio che Doglio hanno parlato in modo generico di opere di manutenzione, ristrutturazione e costruzione. Si sa però che una parte di questi posti verrà realizzata con “moduli prefabbricati”, delle specie di container, da aggiungere nelle carceri che già ci sono: già lo scorso aprile Doglio aveva annunciato un bando per realizzarli.
È una soluzione molto criticata e tutt’altro che «strutturale» (come è stato definito il piano dal governo) per risolvere il problema del sovraffolamento."
i container cristo...
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@bbacc a San Ferdinando in Calabria ho visto questi container che dovevano servire per trasferire i braccianti che stavano nel ghetto per lavorare poi nella raccolta di pomodori. Progetto finanziato da soldi pubblici e tutto il carrozzone militare della cosiddetta accoglienza. Il problema era che in questa nuova struttura i migranti sarebbero stati controllati e gestiti proprio come se fossero agli arresti domiciliari. Questo intendevo nel dire che ormai il carcere è un sistema produttivo.